Festival del giornalismo (Perugia, 5/9 aprile): Il cardinale Gualtiero Bassetti interviene su «La Voce». Il porporato: «è la responsabilità del comunicare che fa la differenza. Ed essere responsabili non significa fuggire, ma allopposto significa esserci. La Chiesa in uscita è anche questo».
«Il festival del giornalismo di Perugia è diventato, senza dubbio, uno di quegli appuntamenti che potremmo definire “classici” della nostra città. Un appuntamento che dà lustro a Perugia non certo per le prime pagine sui giornali o per la quantità degli ospiti, ma per la qualità degli incontri e il valore della riflessione che ne scaturisce». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, sulle colonne del settimanale «La Voce» in edicola questo fine settimana, intervenendo sul Festival internazionale del giornalismo in svolgimento nel capoluogo umbro (5-9 aprile).<?xml:namespace prefix = "o" ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" />
Non separare il mondo della comunicazione dalla vita reale.
«Mai come oggi, infatti, riflettere sulla comunicazione e sul giornalismo – prosegue il porporato – riveste un’importanza cruciale. In particolare per quello che riguarda i nuovi media su internet. Ho già avuto modo di esprimere alcuni mesi fa, nel tradizionale incontro con la stampa, la mia preoccupazione per questo particolare periodo storico - che alcuni studiosi hanno definito della “post-verità” - e per quel fenomeno perverso che sono le “bufale” online. Sarebbe tuttavia ingenuo fermarsi solo alla denuncia o all’evocazione della paura. Bisogna stare attenti, infatti, a non incorrere in un equivoco in cui possono cadere tutti i non addetti ai lavori, tra cui tanti fedeli e anche molti sacerdoti. Non possiamo correre il rischio, cioè, di separare, per paura, il mondo della comunicazione - in particolare quella su internet - dalla vita reale. C’è infatti una forte continuità sociale e culturale tra questi due mondi che non può, e non deve, tradursi in un rifiuto insensato della modernità solo per paura dei nuovi mezzi di comunicazione».
La comunicazione esige responsabilità.
«Quello che rimane dirimente – evidenzia il cardinale Bassetti – è l’uso che si fa di questi mezzi. Volendo sintetizzare in poche parole: è la responsabilità del comunicare che fa la differenza. Ed essere responsabili non significa fuggire, ma all’opposto significa esserci. La Chiesa in uscita è anche questo. È la Chiesa che cerca di essere missionaria pure sui nuovi mezzi di comunicazione. E lo fa con profondo senso di responsabilità e di autorità…». Quello che fa Papa Francesco sui nuovi media non è altro che la continuazione della missione evangelica: andare verso l’uomo per annunciare la Buona Notizia. Il cuore di ogni ragionamento riguarda, dunque, il modo di come si sta sulla rete, come la si vive e come ci si relaziona con l’altro. In altre parole: come si dà testimonianza sul web».
Il «punto dolente» del web.
L’arcivescovo perugino, avviandosi alla conclusione del suo intervento, non ha esitato a soffermarsi sul «punto dolente» del web, che «non è - e non deve essere - un luogo in cui sfogare le proprie frustrazioni e in cui far saltare i propri freni inibitori… Questi atteggiamenti sono da condannare per chiunque, credente o non credente. Sarebbe sufficiente una dose di buon senso per capirlo. Tuttavia, visto che in questa società liquida anche il buon senso a volte sembra scarseggiare, per il cristiano la testimonianza sul web non è più solo una norma di comportamento ma è qualcosa di molto più importante: è una missione evangelica».