Sant’Ercolano 2014, Il card. Bassetti: «Sia la nostra Perugia città “solidale e unita” non solo nella semplice convivenza multiculturale, ma nell’incontro e nel dialogo, nel superamento di ogni egoistico interesse»

Sant’Ercolano 2014, Il card. Bassetti: «Sia la nostra Perugia città “solidale e unita” non solo nella semplice convivenza multiculturale, ma nell’incontro e nel dialogo, nel superamento di ogni egoistico interesse»

Parole di «sostegno» e «speranza», soprattutto per i «più poveri» e per «coloro che soffrono», ha avuto il cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, il pomeriggio dell’8 novembre, durante l’omelia della celebrazione eucaristica nella solennità di sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città e dell’Università, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro.

«Guardiamo insieme, per un attimo, alla nostra città di Perugia – ha detto il cardinale –; guardiamola con intensità, con attenzione, con amore e responsabilità; guardiamola senza timori. Anche se ne vediamo la crisi o sentiamo il peso di alcune sue contraddizioni, non temiamo!Lasciamoci tutti spronare, piuttosto, a nuova e più decisa responsabilità: la situazione che stiamo vivendo ci provoca e ci scuote e chiede a tutti noi un supplemento di responsabilità, di fantasia, di coraggio e di creatività». Al riguardo, il porporato ha ricordato il salmo 22, definendolo «uno dei più intensi “cantici delle ascensioni” al Tempio e alla città santa di Gerusalemme». Richiamandosi al salmista che «invoca il Signore perché faccia di Gerusalemme un luogo di autentica convivenza umana, fatto di pace e di sicurezza», il cardinale Bassetti è quanto chiede «per la nostra città. Anche nel contesto della nostra convivenza, non sempre serena, ci sono da tessere relazioni di amicizia, di fraternità, di dialogo e di concordia. Le città raggiungono la loro pienezza quando sanno intrecciare la pace col bene. “Chiederò per te il bene” dice il salmo. Il bene sia la moralità della vita, l’onestà nei rapporti, la rettitudine nel pensare e nell’agire».

«Miei cari fratelli, senza il seme della spiritualità, senza la scintilla della trascendenza, senza la voce del Vangelo la città si riduce ad un deserto, ad una landa solitaria, senza luce e senza speranza. Infine, Gerusalemme si presenta come una città “salda e compatta”. Sia la nostra Perugia città “solidale e unita”, non solo nella semplice convivenza multiculturale, ma nell’incontro e nel dialogo, nel superamento di ogni egoistico interesse».

«Vogliamo chiedere al nostro Patrono – ha proseguito il presule – che ci aiuti a ricostruire una città dove “vivere è possibile”, dove il convivere produce, tra le diverse generazioni, relazioni di conoscenza, di amicizia, di dialogo e di solidarietà. La  crisi economica non deve chiuderci! Anzi, come ho più volte affermato, deve generare rapporti più fraterni. Perché tutto questo si verifichi, per poter ridare fiducia e speranza, occorre saper vedere ciò che di positivo vi è nella nostra città e valorizzarne le risorse. Risorse culturali (lo dicevo ieri sera celebrando all’Università di Perugia) Risorse economiche, progettuali, sociali e umane. Per ridare fiducia e speranza occorre agire insieme, lavorare insieme, dare spazio alla Politica, quella vera, che dice l’amore e l’impegno per la città ed il suo bene, il bene comune. Ma a coloro che si professano seguaci di Cristo, Sant’Ercolano, “defensor civitatis”, chiede un supplemento d’anima: di testimoniare la vita buona del Vangelo, secondo il mandato missionario di Gesù: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Bisogna essere testimoni di Gesù, annunciando la lieta notizia, che ridà dignità ad ogni creatura, che le restituisce la sua vocazione di Figlio di Dio e le propone un senso e dei valori che non tramonteranno mai».