Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti, in vista della Quaresima di Carità 2017, esorta credenti e persone di buona volontà, in particolare i giovani, ad andare «incontro al prossimo con generosità, perché il fratello che ha bisogno è un altro di voi»
Il Mercoledì delle Ceneri (1° marzo) segna l’inizio del “tempo forte” di Quaresima in preparazione al mistero cristiano della passione, morte e resurrezione del Signore. A Perugia il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica delle Ceneri il pomeriggio del 1° marzo nella cattedrale di San Lorenzo (ore 18) e a seguire, come è tradizione, nella chiesa dell’Università (ore 19.15).
Nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve è da sempre molto sentita la “Quaresima di Carità” promossa dalla Caritas con iniziative di sensibilizzazione verso le opere e le testimonianze di carità e la raccolta di offerte in tutte le Parrocchie. E’ desiderio dello stesso cardinale Bassetti indire la colletta diocesana a favore delle attività caritative nella IV Domenica di Quaresima, il 26 marzo. Nel pomeriggio, alle ore 18, l’arcivescovo convocherà il popolo di Dio in cattedrale per ringraziare il Signore, durante la celebrazione eucaristica, per aver permesso a papa Francesco di dichiarare Venerabile il Servo di Dio Vittorio Trancanelli, «un laico, padre di famiglia e un medico chirurgo che ha testimoniato la sua fede in Cristo in sala operatoria e nell’impegno sociale e caritativo, accogliendo in casa i più piccoli e indifesi, spesso malati e in gravi difficoltà. Trancanelli ha dato vita all’opera di carità “Alle Querce di Mamre”, testimonianza concreta dell’amore di Dio per i bambini in difficoltà, affidati alle cure di quanti hanno voluto imitare nella propria vita il “buon samaritano”».
Frutti abbondanti in Quaresima sull’esempio del Venerabile Trancanelli.
«Sull’esempio della condivisione, generosità e gratuità di Vittorio Trancanelli – prosegue il porporato –, mi auguro veramente che la “Quaresima di Carità”, che quest’anno dedichiamo a tutte le attività della nostra Caritas diocesana, porti frutti abbondanti. Negli ultimi mesi, siamo dovuti intervenire per aiutare innanzitutto le popolazioni terremotate, i profughi e sostenere altre situazioni che si sono presentate al nostro orizzonte. Come sempre, però, dobbiamo essere pronti ad andare incontro ai problemi della quotidianità. C’è, infatti, una componente del tessuto sociale che sempre più si sta indebolendo: le famiglie in difficoltà economica, che non arrivano alla fine del mese. Dobbiamo per questo far fronte a molte richieste di aiuto, con il pagamento delle utenze domestiche e dell’affitto. Soprattutto la mancanza di lavoro richiede un sostegno, una carità che sia anche generosità, una carità che vuol dire mettersi nei panni degli altri e di tutti i bisognosi. Disse Gesù al samaritano: “Vai e fai lo stesso”. Ognuno di noi faccia fino in fondo quello che può fare per aiutare il prossimo. E’ chiaro che la nostra carità, come sta avvenendo ormai da qualche anno, non si limita soltanto alle necessità della nostra gente, è rivolta anche a coloro che arrivano da fuori, con emergenze di tutti i tipi».
Preghiera, digiuno e carità.
Riflettendo ancora sulla parabola del samaritano, il cardinale evidenzia «l’espressione “si prese cura di lui”. Il Signore non ci dice di dare qualche cosa, il Signore è esigente su questo punto, perché il prossimo è un altro te stesso e tu sei chiamato a prenderti cura di lui come se fossi tu nella situazione in cui si trova il fratello disagiato e avresti piacere che un cuore e una mano si aprissero per venirti incontro. Noi siamo chiamati a prenderci cura di tutti coloro che il Signore ci fa avvicinare. Non possiamo appellarci soltanto alle Istituzioni civili, che devono fare certo la loro parte, ma il Vangelo è sempre un richiamo personale alla conversione. La Quaresima sarà sempre fatta di questi punti: la preghiera, il digiuno e la carità, che è un privarci di qualche cosa che può essere utile all’altro».
Il volontariato: vanto e fiore all’occhiello dei giovani.
Il cardinale Bassetti esorta in particolare i giovani a vivere in pienezza il tempo forte di Quaresima, perché, sostiene il porporato, «avete un’attitudine particolare ad andare incontro al prossimo. Essa deriva dalla speranza che è racchiusa nella loro vita e dal coraggio di cui essi sono depositari. I giovani, si sa, hanno meno mezzi degli anziani, ma io chiedo ai giovani il primato del volontariato. Quando partecipo alle riunioni delle associazioni di volontariato e vedo che sono tutte persone di mezz’età e anziani e mancano i giovani, mi piange il cuore. Il volontariato è una pura espressione di amore gratuito che dovrebbe essere il vanto, il fiore all’occhiello dei giovani, perché dà loro l’opportunità di fare qualche cosa nei confronti del prossimo».
«L’attività di volontariato – conclude il presule – ci libera da tanti complessi, da tante nevrosi, dal rinchiuderci in noi stessi. Non solo, quanti problemi fasulli ci creiamo piegandoci in noi stessi, o favorendo il nostro egoismo. Quanto è bello, invece, questo esercizio del donarsi con generosità all’altro. L’impegno nel volontariato è espressione di amore gratuito, che sia esso religioso o laico: non importa la specificazione, conta la sostanza. Dico in particolare ai giovani che si apprestano a vivere da cristiani la Quaresima, in preparazione al mistero della Pasqua: andate incontro al prossimo con generosità, perché il fratello che ha bisogno è un altro di voi».